Ritorno a scrivere dopo un periodo di silenzio dovuto al viaggio in Patagonia, e che viaggio ragazzi! Devo ancora riprendermi del tutto.
In un viaggio così movimentanto una cosa che non può mancare – purtroppo – sono gli imprevisti! E ce ne sono stati un bel po’… Anche se devo ammettere che si è sempre risolto tutto per il meglio 🙂
Ho deciso quindi di lanciare un nuovo Hashtag – rullo di tamburi – #LeViaggioSventure! Lo utilizzerò per raccontare e raccogliere i miei imprevisti di viaggio (alcuni dei molti). Tra l’altro ne avrei da raccontare un sacco anche di un viaggio in Scozia di qualche anno fa..
Simone evita divagazioni please, ora vogliamo sentire i tuoi disagi patagonici.
Giusto! La Scozia sarà per la prossima volta – ora iniziamo con la Patagonia!
1. Quasi perdo la barca
Come ho già raccontato in #CosaMiAspettoDa ero davvero esaltato dall’idea di andare a vedere i pinguini da vicino nel loro habitat naturale. Il tour prevedeva 2 ore di traghetto, 1 ora sull’isola con i pinguini, 2 ore di ritorno.
Come dicono gli americani per me era uno degli highlights del viaggio.
Simone parla come mangi, basta con ‘sti termini in inglese!
Concordo come sempre, diciamo che era uno degli imperdibili 🙂
E’ andata più o meno così:
La sera precedente il tour alla Isla Magdalena – l’isola dove appunto si trova la colonia di pinguini – sono uscito per un paio di birre easy con dei ragazzi dell’ostello, senza poter prenotare il taxi per la mattina seguente perchè il dueño (proprietario) dell’ostello era disperso (ed il porto era un pò fuori e non servito dai mezzi).
Lo prenoterò al rientro, mi sono detto.
Tornato alle 2 in condizioni improbabili, ancora nessuna traccia del dueño che probabilmente era già andato a dormire.
Poco male mi dico, mi sveglierò presto l’indomani mattina.
Sveglia puntate alle ore 7 – il tour era alle 8:30, orario in cui salpava la barca per raggiungere l’isola.
Driiiin Driiiin … E chi l’ha sentita la sveglia?
Mi alzo alle 8:10 – mi vesto ad una velocità mai vista e mi reco alla reception. Il dueño era più conciato di me, sembrava fosse appena uscito da un letargo di mesi.
Me llamas un taxi por favor?
Claro!
Attimi di suspense… il primo taxi disponibile sarebbe stato tra 20 minuti, troppo tardi per il sottoscritto. Il ragazzo mi consiglia di provare a intercettare un taxi direttamente por la calle – per strada.
Arraffo due biscotti e uno yogurt per fare colazione in barca ed esco.
Nada de nada.
Zero totale.
Neanche l’ombra di un taxi.
Io inizio a sbiancare – avevo già pagato anche il biglietto per il tour e sarei ripartito la mattina del giorno seguente!
A un certo punto ecco arrivare un taxi vuoto – il mio volto si illumina.
Faccio segno al taxi per chiamarlo.
Se ne va facendo segno che non può fermarsi.
Di nuovo panico.
Speranze ormai perse – erano le 8:20 passate.
Ecco che però il taxi ritorna, si affianca a me e abbassa il finestrino:
Donde andas?
Al puerto!
Per fortuna l’amico taxista stava andando a prendere un tizio per portarlo al porto e può darmi un passaggio 🙂
Qualche minuto dopo le 8:30 siamo al porto – sono l’ultimo a salire in barca che parte di lì a poco.
Mi siedo – gioia e felicità.
Tiro fuori dallo zaino lo Yogurt dell’ostello.
Non ricordo di averne mangiato uno più buono 🙂

2. A spasso per il Cile senza documenti
Questo è stato tosto.
Devi sapere che entrando in Cile, oltre al classico timbro sul passaporto, ti viene consegnato in dogana un papelito, ovvero un dannatissimo foglio di carta che a mio parere sembra uno scontrino e che è assolutamente necessario per poter uscire dal paese.
No papelito? Rimani in Cile!
Che è successo al sottoscritto?
Onestamente non so se si siano dimenticati di darmi il papelito alla frontiera (alla ragazza davanti a me timbrarono per errore sul passaporto l’uscita al posto dell’entrata dal paese) o se – data come già detto la somiglianza ad uno scontrino – io me ne sia liberato in tutta tranquillità e incosapevolezza, sicuro che bastasse il mio bel timbro sul passaporto.
Fatto sta che non lo avevo.
La mia prima notte in Cile è stata a Punta Arenas, nell’ostello di cui descritto sopra – il dueño era certamente simpatico ma viveva un po’ nel suo mondo, per cui non mi ha chiesto nessun documento.
Seconda notte in Couchsurfing a casa di un ragazzo – ovviamente non interessato ai miei documenti.
Terza notte a Puerto Natales – nuovo ostello. E qui sono c***i 🙂
Il nuovo dueño, stavolta molto sveglio, anche se un gran charlatano – subito mi chiede il papelito.
Rispondo che non ho alcun papelito ne’ ho idea di come sia fatto, tantomeno l’ho mai visto o mi è stato chiesto in precedenza.
Tienes que ir al PDI – Policía de Investigaciones de Chile.
Ah, tengo que ir eh? Non vedo l’ora…
Il nome è altisonante: Policía de Investigaciones de Chile. Io già penso ad una versione della CIA che fa la siesta.
Il dueño mi aveva giurato che era successa la stessa identica cosa ad un chico de Finlandia la settimana precedente questo ragazzo aveva perso il papelito e non era stato un problema riottenerlo.
Ottimo – decido di puntare tutto sulla storia del chico de Finlandia, sperando di incontrarre lo stesso ufficiale della settimana precedente.
Arrivo all’ufficio della PDI e non nascondo che sono un pò preoccupato – poco importa che non mi sia stato dato o che io l’abbia perso inconsapevolmente – mi manca un documento importante.
Entro: deserto.
C’è solo un tipo in divisa che parla con una ragazza, probabilmente una sua collega. Non sembra aver molta voglia di venire a ricevermi, non vorrei aver interrotto qualcosa.
Dopo un po’ però eccolo che si alza e mi viene in contro.
Sfoggio il mio sorriso più smagliante e gli racconto che non ho il papelito, che probabilmente non mi è stato dato e aggiungo la storia del chico de Finlandia, sperando che si ripeta.
No me interesa lo que pasó con el chico de Finlandia, donde está tu papelito?
Ragazzo mio, se non lo tengo non lo tengo, c’aggia fà? Non venivo a trovarti se no! (Questa parte l’ho solo pensata)
Cerco di raccontargli la storia, lui domanda e io spiego – dura circa 5 minuti.
Alla fine il tipo riattacca:
Lo perdiste?
Lo perdí! (sempre assecondare)
Espera (aspetto quanto vuoi)
Il tipo torna con un foglietto rosa su cui scrive duplicado.
Mi raccomanda di non perderlo – sono salvo! 🙂
Saluto, ringrazio e sorrido.
Appena esco dall’ufficio immediatamente fotografo il papelito, non si sa mai lo que puede pasar..

3. Quasi perdo la barca – di nuovo
Terza e ultima #ViaggioSventura (ce ne sarebbero tante altre ma te le risparmio).
Di nuovo a Puerto Natales, ritornato dopo diversi giorni per prendere una barca fino a Puerto Montt, per un viaggio di 3 notti.
Simone avevi il papelito?
Questa volta sì, oramai sono esperto 🙂
La barca arriva in porto con un giorno di ritardo a causa del forte vento che non permetteva di attraccare, ci comunicano che verremo imbarcati a mezzanotte. Alle ore 00:00 dobbiamo trovarci alla stazione dei bus, dove prenderemo un pullman per andare al porto.
No problem!
Mi faccio un giro in città, vado fuori a cena e raggiungo Carlos (un ragazzo conosciuto qualche giorno prima) per due tiri a biliardo in modo da tirare la mezzanotte. Ci si doveva incontrare per le 21:00.
Ore 22:00 – ancora nessuna traccia di Carlos.
Io nel frattempo sono già amico di John (proprietario del locale) e di Javiera (la cameriera).
Ho rinunciato a poter comunicare con Carlos quano chiedendo a John se c’era un WiFi lui mi ha risposto:
No, si no la gente no habla!
Concordo con John, la gente con WiFi non parla e guarda solo il telefono, anche se come turista il WiFi mi avrebbe aiutato a capire dove stava Carlos.
Poco male, mi diverto con John a scherzare sul fatto che lui voglia che la gente nel suo locale parli quando il nome stesso del locale è por que no te callas che tradotto in italiano significa perchè non te ne stai zitto.
Ore 22:20 – arriva Carlos, chiedo a John di chiamarmi un taxi per le 23:40 e mi faccio una partita con Carlos.
Ore 23:40 – vado a pagare, John ammette di essersi dimenticato del mio taxi. Molto gentili sia John che Carlos che Javiera si mettono a chiamare tutti i taxi della zona.
Di nuovo nada de nada. Nessuna risposta.
Di nuovo mi suggeriscono di chiedere por la calle – per strada.
Vado por la calle.
Questa volta va male: molto male.
Mi ritrovo a camminare a zonzo per la strada seguendo Carlos che mi porta alla stazione dei taxi… Sbagliando strada.
Sono oramai le 00:15 e mi sto rassegnando quando un signore con una bella macchina accosta e fa scendere una signora con una bambina, che saluta dal finestrino.
Dopo averlo osservato bene con l’occhio esperto di chi in vita sua non ha mai fatto l’autostop chiedo un passaggio per la stazione dei bus.
Che fortuna! Il signore abita proprio di fronte.
Sono nuovamente l’ultimo a salire sul bus, che per fortuna era un po’ in ritardo (le 00:00 cilene non sono proprio le 00:00 svizzere).
Nei 10 minuti di strada dalla stazione dei bus al porto già stavo dormendo 🙂

Che dire? Queste tra le tante sono le tre #ViaggioSventure di questo viaggio in Patagonia che ho deciso di raccontarti.
Come anticipato ne avrei già in mente altre relative ad un viaggio passato, che conoscendomi scriverò nel duemilaemai – però mi raccomando tu stai connesso!
Per gli amici bloggerz:
Se volete partecipare all’iniziativa con le vostre #ViaggioSventure ho scritto un brevissimo post dedicato in cui trovate tutte le info.
A prestissimo,
Simone
A “la CIA che fa le siesta” sono rotolata dal ridere! ;D Dai alla fine per fortuna è andato tutto bene. E poi sinceramente, è bello avere delle ViaggioSventure da raccontare, io al momento non ne ho. 🙁
Ihih sì concordo, sono le storie più divertenti da raccontare…..ma che panico in certi momenti ahahah 😀
Prima o poi arriveranno anche per te Futura…purtroppo 😛
Muoio XD ma povero! ahahah
Anche se lì per lì uno è “nel panico” comunque quando ci ripensi dopo (se tutto si è risolto per il meglio) diventano alcuni dei ricordi più belli, o sicuramente quelli più divertenti 😀
A me ne sono capitate diverse durante il periodo Erasmus… fantastico… magari prima o poi ci faccio un post anche io 🙂
Comunque non so se la segui già ma ti consiglio il blog di AnnaVagabonda.com, anche lei in Patagonia sta avendo una marea di “ViaggioSventure” che hanno dell’incredibile 😀
Darò un occhio al blog di Anna che non conoscevo, grazie per la dritta 🙂
Concordo, sono i ricordi migliori! Le ViaggioSventure sono quelle storie da raccontare da vecchi ai nipotini per perdere ogni forma di rispetto e credibilità ahah 😀
Grazie Dile per aver consigliato il mio blog 🙂 Così mi hai anche fatto scoprire quello di Simone 🙂 Provo conforto nel sapere di non essere l’unica fanciulla sfortunella in questo mondo crudele ed ostile 🙂
Grazie Frida! Sono curioso di leggerlo:) ripensandoci ora…quante risate ahahah 🙂
Ahahah! Ti è andata bene dai 😀
Io #ViaggioSventure ne ricordo solo una in particolare, ma non mi fa ridere, anzi se ci penso mi darei degli schiaffi.. A Parigi una mattina ho regalato 50 euro a un ambulante che mi ha fatto un giochino con le carte.. Che pollo che son stato!!! Una bella lezione..
Ciao Pietro!
Eh posso immaginare.. un brutto ricordo. Si impara anche da queste cose però, che possono capitare a tutti.. sono sicuro che non ti fregherà più nessuno ora!
AHAHA il papelito!!!! Mamma mia, anche a me dicevano sempre tutti di non perderlo e di trattarlo come una reliquia! Grazie al cielo almeno quello sono riuscita a non perderlo; sarebbe stato il colmo se avessi dovuto fare le procedure per recuperarne una copia, quando già stavo impazzendo per la carta di credito clonata, soldi fregati e impossibilità di prelevare denaro, tra le varie cose che mi sono successe 🙂
molto divertente il post, mi piace l’idea delle #viaggiosventure!
Anna! A me nessuno l’ha detto niente invece ahah forse è x quello che sono finito alla PDI 😀 …mi hai appena ricordato che avrei potuto scrivere un post sul “tour delle banche di El Calafate” neanche io riuscivo a prelevare! Che storie!
Mi sono divertita da matti a leggere questo articolo (scusa ahahah). Penso che per ognuna delle tue viaggiosventure avrei perso anni di vita per l’ansia XD Con la storia del papelito mi hai fatto morire. Complimenti, perché non è da tutti saper ridere di queste cose o, più che altro, non aver paura di condividerle con gli altri. Mi piace molto il modo in cui scrivi e sai far sorridere [Chiara]
Anni di vita dici? In effetti sono tornato con i capelli bianchi dopo il viaggio ahah 😀
Grazie mille per i compliments Chiara! Penso che faccia sempre bene drammatizzare un po’ nella vita.. soprattutto in queste occasioni! 🙂
Simone! ahahahaha! Ammettilo che la prima te la sei proprio cercata 😀 Io ho tutte viaggiosventurine a confronto, a parte quella che mi è capitata a Los Angeles, all’aeroporto 🙂
Sì forse la prima potevo evitarla hai ragione ihih 😛 ma tutto è bene quel che finisce bene no? 😀
Liz con “il nonno più figo” mi hai spaccato ahahah! Una bella immagine..non sarebbe male! Ci riaggiorniamo tra qualche decennio magari 😀
isla magdalena… che posto meraviglioso!!!
io ho dei ricordi terribili sulla bettola… ehm ostello in cui ho dormito a Punta Arenas
e le mie sventure patagoniche spesso si chiamavano israeliani: la loro presenza era indirettamente proporzionale alle ore in cui sarei riuscita a dormire
Ciao Federica,
Ihih..ti posso capire, non vuoi sapere dove ho dormito io a Punta Arenas 😀 ma pare sia uno standard comune non sono l’unico 🙂
Israeliani..per quanti ce n’erano ore di sonno zero allora temo 😀
Ciao! ho conosciuto il tuo blog attraverso un post di Frida, moooolto carino e questo articolo mi ha fatto morire dal ridere…anche se conoscendomi al posto tuo io sarei morta per davvero… di ansia!!!
Ciao Valentina!
Grazie mille – ihihih o si ride o si piange in alcuni casi… meglio la prima delle due 😀
Un saluto!
Simone